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Dopo 5 tentativi gli Orobici vincono lo scudetto
Finalmente Bergamo. Napoli ancora!
Nel C8 gli Azzurri conuistano il uarto titolo

di Gaetano Trapanese

Gruppo Facebook: Campionato Nazionale di Calcio Ordini Ingegneri.

16 Luglio 2022 - La XXIX Edizione dei Campionati Italiani di Calcio Ingegneri si conclude con la vittoria degli Ordini di Bergamo, nel calcio a 11, e di Napoli, nel calcio a 8.

Se la storia di questo campionato finisse nelle mani di uno sceneggiatore di Netflix ne uscirebbe una serie TV mozzafiato. Quando a Marzo si sono chiuse le iscrizioni al Torneo è immediatamente saltata all’occhio l’assenza della squadra dell’Ordine di Bergamo, sempre presente dall’edizione di casa del 2004. L’elevato valore simbolico della presenza della squadra di Bergamo, città martire dell’emergenza Covid in Italia, nella prima edizione post-Covid dei Campionati ha fatto partire richieste pressanti di iscrizione, con annessa deroga temporale; le difficoltà economiche e organizzative sembravano, inizialmente, insormontabili, ma poi la testardaggine di Gino Percassi, storico dirigente, e Angelo Ferrari, anima della squadra, hanno indotto il consiglio dell’Ordine a rompere gli indugi e iscrivere la squadra al campionato.

I due anni di inattività avevano minato le fondamenta del gruppo, molto sfaldato rispetto a quello storico che aveva conquistato 5 finali (tutte perse) in 13 anni, con appena 16 effettivi in partenza per le fasi eliminatorie di Giugno, messi insieme faticosamente dal diesse Luca Morstabolini ma magnificamente assemblati in campo da mister Fabrizio Carminati. Dopo le prime 2 giornate la squadra era terza nel proprio girone e solo una vittoria all’ultima giornata contro Catanzaro avrebbe garantito il soprasso ai calabresi e il pass per le finali. La vittoria è arrivata e con essa la qualificazione.

A Luglio, con gli stessi effettivi di Giugno, i nerazzurri superano il primo ostacolo del Cagliari per 1-0, vendicando la sconfitta in finale di Palermo 2016. Nei quarti affrontano il Napoli che, dopo essere passato in vantaggio nel primo tempo, subisce il ritorno impetuoso del Bergamo che pareggia a tempo scaduto grazie a un’invenzione di Fustinoni. Ai rigori la freddezza dei bergamaschi fa la differenza e regala la semifinale contro la Roma, meritata per quello che si era visto in campo.

La gara contro i capitolini, campioni in carica, si mette subito bene per Bergamo. Il doppio vantaggio maturato nella ripresa, con un super Filippo Giorgi sugli scudi, lascia tranquilli Ferrari e compagni, che resistono agli assalti della Roma. Nei minuti di recupero succede l’incredibile. A 2’ dalla fine, in una mischia in area di rigore, la Roma accorcia le distanze; ma la cosa più clamorosa accade nell’ultima azione: calcio d’angolo per i giallorossi battuto debolmente sul primo palo; il difensore del Bergamo sul primo palo potrebbe intervenire senza patemi per scagliare la palla in tribuna e far terminare la partita ma lascia la sfera al portiere, che probabilmente gliela  chiamata, ma che non riesce a trattenerla, spingendola lui stesso in rete per il più clamoroso degli autogol. Anche il più ottimista dei tifosi del Bergamo avrebbe convenuto che, con l’inerzia della gara ora tutta dalla parte della Roma, sarebbe stata dura venirne a capo. Invece nei supplementari non si registrano azioni degne di nota e, dagli undici metri, Walter Flaccadori, portiere di Bergamo, è ancora una volta decisivo e regala ai suoi la finale scudetto contro Ancona.

Ma si fa presto a dire finale…a cercare di invertire quella rotta apparentemente senza ritorno di 5 sconfitte in altrettante finali giocate; una maledizione seconda solo a quella della Juve in Champions e a quella del Benfica di Bela Guttmann. Non bastasse l’affrontare l’Ancona, squadra praticamente di casa, che infatti arriva alla finale con 25 calciatori, alcuni reduci dalla festa di matrimonio il Sabato sera 100km più a sud del collega Diego Cecconi, campione d'Italia nel 2013 e nel 2018 (auguri!) ; a rendere ancora più alta la montagna da scalare le 3 squalifiche da scontare in finale che riducono a 13 il numero dei giocatori disponibili. Ma il calcio non è una scienza esatta e questa finale lo conferma: nonostante il predominio territoriale dei marchigiani il punteggio non si schioda dallo 0-0 e, tanto per cambiare, dagli 11 metri Flaccadori sale in cattedra e fa prendere al tricolore la strada di Bergamo.

“Superman è rumeno” titolava il Corriere dello Sport nel 1986, all’indomani della finale della Coppa dei Campioni 1986. Si giocava Barcellona – Steaua Bucarest; si giocava a Siviglia, praticamente in casa Barcellona. I pronostici erano tutti per i blaugrana, ma tra il Barcellona e la Coppa ci si mise Helmut Ducadam, portiere della Steaua, che neutralizzò tutti i penalties avversari e portò, per la prima volte nella storia, la Coppa dei Campioni in Romania. A noi la finale Ancona-Bergamo ha ricordato molto quella epica sfida, con Flaccadori nelle vesti di Ducadam e in grado di ergersi a protagonista nelle tre serie di rigori vinte da Bergamo, finalmente assistito anche dalla buona sorte dopo anni in cui la Dea (propri lei!!!) bendata si girava puntualmente dall’altra parte.

Al sesto tentativo, quindi, il Bergamo porta a casa il titolo, e lo fa nella stagione e nel modo più inimmaginabile che si potesse pensare; “farete come la Danimarca a Euro’92” era la battuta detta, senza troppa convinzione, a Gino Percassi dagli addetti ai lavori. E invece, quando meno era aspettato, è arrivato lo scudetto.

“Diventare Campioni d’Italia 2022 dopo 18 anni di impegno generale da parte di tutti i giocatori, allenatori, presidenti che dal 2004 si sono prodigati per il raggiungimento di questo ambito traguardo è veramente emozionante – esordisce Percassi - Non c’è nessuno in particolare a cui dedico la vittoria della finale contro Ancona, perché la mia grande gioia va a tutto il gruppo che dopo anni difficili a causa non solo della pandemia, è riuscito a far emergere il vero significato della vittoria.!! La costanza di voler raggiungere un obiettivo che sembrava ormai impossibile dopo sei finali, è stata la più grande soddisfazione.  Aver portato a Bergamo un trofeo così ambito, in una città colpita duramente dal coronavirus rappresenta per me la speranza di nuovo inizio sotto l’aspetto sportivo e professionale. Grazie a tutti, mi avete commosso per l’entusiasmo e l’attaccamento che mi avete dimostrato” .

Molto emozionante la cerimonia di premiazione, con Giuseppe Angelosante – figlio di Bruno – che ha consegnato la coppa intitolata al padre ai neocampioni d’Italia, circondato dai colleghi de L’Aquila che indossavano una maglietta dedicato al loro storico condottiero.

La Coppa Italia è andata al Macerata, che si conferma squadra di livello assoluto dopo il terzo e secondo posto delle ultime due edizioni. La squadra di Alessandro Mecozzi, dopo la sconfitta contro il Napoli agli ottavi, maturata all’ultima azione di gioco dopo una gara molto equilibrata, fa percorso netto e batte i colleghi di Cagliari, Cosenza e Salerno, questi ultimi ai calci di rigore. Da sottolineare l’inesauribile scuola di portieri di Macerata che, dopo Grisogani, sfoggia un Loris Cantarini in forma mundial.

In virtù di questi risultati Bergamo e Macerata si qualificano per la Champions League delle Professioni, in programma a fine Novembre a Pescara, sfidandosi tra loro nel quarto di finale che metterà in palio la Supercoppa Ingegneri; se la vedranno con i campioni d’Italia delle categorie Commercialisti, Avvocati, Veterinari, Architetti e Medici.

Nel calcio a 8, come detto, è il Napoli di mister Giuliano Esposito a cucirsi lo scudetto sul petto. Ed è la quarta volta in 11 edizioni. Percorso netto, quello degli azzurri, che superano non senza difficoltà prima Catanzaro e poi Oristano, con i sardi che si fermano in semifinale come nell’edizione di casa del 2005, prima di sfidare la Roma. Il derby del sud non tradisce le attese, e regala giocate di altissimo livello; dopo un primo tempo molto equilibrato e terminato 1-1, esce la maggiore freschezza atletica dei partenopei, che vanno a segno 3 volte per il definitivo 4-1. Da segnalare ed applaudire Michela Iaria, della Roma, prima donna a scendere in campo in una finale scudetto. “E’ sempre un’emozione fortissima conquistare uno scudetto e regalare questa soddisfazione sia ai colleghi che all’Ordine, che ringrazio per il supporto. Battere la Roma, cui faccio i miei complimenti, è stata dura, come dure sono state le partite contro Catanzaro e Oristano. A questi livelli e con questo caldo è essenziale la forma fisica e quel pizzico di fortuna che siamo stati bravi ad andarci a cercare”.

La Coppa Italia va invece al Bari, che dopo la sconfitta ai rigori contro il Brescia batte prima il Catania e poi i campioni uscenti del Potenza. Il movimento C8 dà appuntamento a Novembre a Pescara per la Supercoppa tra Napoli e Bari.

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