CAMPIONATO NAZIONALE DI CALCIO
ORDINI INGEGNERI D'ITALIA
XXVII EDIZIONE - SIRACUSA 2018

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Secondo scudetto per i marchigiani
Ancona e Bari campioni d'Italia 2018
Bari trionfa nel segno di Pilade Foti

di Gaetano Trapanese

Gruppo Facebook: Campionato Nazionale di Calcio Ordini Ingegneri.

 

23 Ottobre 2018 - L’edizione 2018 dei Campionati Italiani di Calcio Ingegneri si è conclusa con i trionfi degli Ordini di Ancona, nel calcio, e di Bari, nel calcio a 7 over 40.

Incantevole cornice al campionato è stata la città di Siracusa che, con la sua bellezza, la sua ospitalità e il calore dei suoi abitanti, esaltato dalla squisita accoglienza riservata alle squadre da Sebastiano Floridia e i suoi colleghi dell’Ordine ospitante (su tutti, Concetto Capodicasa, vero deus ex machina operativo di questa edizione), ha regalato una edizione indimenticabile.

Come detto, nel calcio, è stato l’Ancona di capitan Berluti ad conquistare lo scudetto; il secondo per l’ordine marchigiano, dopo il trionfo di Brescia 2013 contro Roma. Proprio contro i capitolini è partita la cavalcata trionfale di Ancona: l’ottavo di finale contro i giallorossi, una vera e propria finale anticipata (“colpa” di Ancona, che ha chiuso al secondo posto il proprio girone eliminatorio), non ha tradito le attese, e ha regalato una gara intensa, equilibrata, e decisa solo dai calci di rigore. Gli uomini di mister Sartini sono stati più bravi e fortunati dal dischetto, eliminando dalla corsa scudetto i campioni uscenti di Roma (che, come vedremo, si rifaranno in Coppa Italia).

Il quarto di finale contro Palermo, che aveva eliminato il Perugia, è stato più sofferto del previsto (i rosanero sono nel ranking molto al di sotto dei biancorossi). Il punteggio di 2-0 con cui si è chiusa la gara non racconta di un grande Palermo che, anno dopo anno, sta tornando ai fasti di un tempo, quelli del secondo posto di Viba Valentia 2003. Superato lo scoglio isolano, l’Ancona ha affrontato in semifinale il sorprendente Macerata, autentica rivelazione del torneo, che a sua volta aveva eliminato Catanzaro ai rigori e  Firenze. Il derby marchigiano si è messo subito in discesa per l’Ancona, passata in vantaggio praticamente subito e brava a colpire inesorabilmente un Macerata sbilanciato in avanti alla ricerca del pari. Primo tempo chiuso sul 3-0 e finale in tasca (3-1 sarà il risultato finale).

La finale scudetto, il match che vale una stagione, ha visto contrapposto l’Ancona al Bergamo. Gli orobici sono giunti alla finale dopo aver superato Cagliari, L’Aquila e Napoli ai calci di rigore, in una semifinale che passerà alla storia per la bomba d’acqua che, a dispetto della latitudine e del periodo dell’anno, ha messo a repentaglio addirittura la disputa dei calci di rigore (memorabile la rimozione dell’acqua dal dischetto con la scopa da parte di Mosca del Napoli). Gustoso prologo alla finalissima è stato il match tra Napoli e Macerata, valevole per la medaglia di bronzo, e che ha visto gli uomini di Alessandro Mecozzi conquistare una storica terza piazza, battendo ai rigori (questa volta sotto un sole cocente) i partenopei.

La finalissima è stata bella e combattuta, con occasioni da una parte e dall’altra. L’Ancona ha avuto il pallino del gioco per quasi tutta la gara, mentre il Bergamo, che ha condotto un campionato stoico con appena 13 effettivi, si è difeso con ordine, rendendosi pericoloso in diverse occasioni. I tempi regolamentari si sono chiusi a reti inviolate; i supplementari stavano scivolando stancamente, stante la temperatura elevata e la fatica delle precedenti partite, verso i calci di rigore, quando entra in scena Emanuele Strano. È il sogno di tutti i calciatori: raccogliere le residue energie e incanalarle in un ultimo scatto, nell’ultimo minuto dell’ultimo supplementare dell’ultima partita del torneo…e buttarla dentro! È l’apoteosi per Ancona e il dramma per Bergamo. I marchigiani alzano al cielo il loro secondo titolo, su tre finali, mentre i bergamaschi sono costretti a subire la quinta sconfitta in altrettante finali (3 contro Arezzo, di cui due ai rigori, 1 contro Cagliari e 1 contro Ancona) e non riescono a scrollarsi di dosso la maledizione dell’ultimo miglio.

Giuseppe Pace, responsabile di Ancona che ha ereditato da Diego Franzoni il timone della squadra,non nasconde la propria euforia: “A pochi giorni di distanza dalla finale disputata contro Bergamo, cui va un plauso sincero per il percorso fatto nel torneo e per la correttezza dimostrata in campo, Ancona, alla sua undicesima partecipazione, è nuovamente campione d’Italia. Rispetto alla vittoria del 2013, questa ha un sapore diverso, più maturo. È stata la vittoria di una squadra che ha sempre un obiettivo chiaro, un modo di giocare consapevole e una unione d’intenti, e che, anno dopo anno, riesce ad alzare sempre più l’asticella. I ringraziamenti e le dediche sarebbero tante, come tante sono le persone speciali che compongono la squadra. Faccio un’eccezione per il nostro capitano Alessandro Berluti, che rappresenta perfettamente i valori morali della squadra di Ancona e che ha dedicato il successo al nostro collega Cardinaletti, reduce da un periodo infausto, e per il mister Michele Sartini, che, passando dal campo alla panchina, non ha avuto paura di uscire dalla sua zona di confort, dimostrandosi all’altezza. Concludo rivolgendo ancora un sentimento di gratitudine ai colleghi di Siracusa per l’impeccabile organizzazione e ai colleghi di tutte le squadre che hanno preso parte al torneo. Arrivederci a Sassari!”

In coppa Italia affermazione per Roma che, smaltita la delusione per l’eliminazione dal tabellone principale, ha superato, Perugia, Catanzaro e Cagliari ed è diventata la prima squadra a vincere scudetto, champions e coppa Italia. In bacheca manca solo la Supercoppa, che i capitolini proveranno a conquistare il 23 Novembre a Pescara, quando è in programma il match contro Ancona, valevole sia per la Supercoppa sia come quarto di finale Champions League delle Professioni.

Riconoscimenti a fine torneo per Strano e Papadopoulos, entrambi di Ancona che, con 7 gol all’attivo, hanno vinto il titolo di capocannoniere, e per l’immenso Ciro Criscuolo, portiere di Napoli, che ha chiuso a reti inviolate il campionato, allungando a 11 la striscia record di gare consecutive senza subire reti ai Campionati (ultimi gol subiti in Napoli-Taranto 6-2, ultima partita del girone eliminatorio di Perugia ’17).

Nel calcio a 7 il Bari è campione d’Italia. Diciamolo subito: è un successo che fa piacere, al di là del merito indiscusso dei pugliesi, perché rende onore a un gruppo che ha avuto nel compianto Pilade Foti un punto di riferimento in campo e fuori e che regala a Bari il primo successo della sua storia proprio a pochi mesi dalla nascita dell’ASD Pilade Foti, un progetto fortemente voluto dal presidente dell’Ordine Roberto Masciopinto. E chissà se c’è stato lo zampino di Pilade nel rocambolesco 2-1 con cui il Bari ha avuto ragione del Palermo nei quarti di finale. Una gara partita bene per il Bari, ma riequilibrata nel finale dal Palermo, e portata a casa dai pugliesi grazie a un gol nel finale, che ha regalato la semifinale contro il Cagliari. La semifinale è stata senza storia: un 6-1 netto in cui Delio Cota (uno dei pochi che riesce a giocare senza colpo ferire sia a calcio che a calcio a 7: complimenti!) e compagni hanno superato i sardi e si sono regalati la prima finale scudetto della propria storia.

La gara contro Potenza, reduce dalle vittorie contro Lecce e Roma, è stata bella e combattuta: una finale scudetto degna di questo nome. I lucani hanno dato l’impressione di controllare il match fino a trequarti di gara, quando un episodio (gol del 3-1 convalidato dall’arbitro che, dopo consulto con coordinatore ACSI , che era in posizione migliore per giudicare e che ritiene la palla non abbia varcato la linea di porta, torna sui suoi passi – facendo il simbolo del VAR – e annullando la segnatura) cambia l’inerzia della gara, che passa nella mani del Bari. Prima il gol del pareggio e poi, nel finale, il gol del definitivo 3-2 che porta lo scudetto alla corte di San Nicola.

Nella Coppa Italia è il Brescia a trionfare e portare a casa il primo successo della sua storia. A cedere il passo ai lombardi è stato il Napoli, campione d’Italia uscente, che ha retto per poco più di un tempo , prima di cedere sotto i colpi di Ramorino e compagni. Per il Brescia una grande soddisfazione che mitiga l’amarezza del forfait nel calcio.

Brescia e Bari si sfideranno Sabato 24 Novembre a Pescara per l’assegnazione della Supercoppa.

Per tutti l’appuntamento è a Sassari nel Giugno 2019!

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